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Il numero stimato delle vittime della Seconda Guerra Mondiale in Italia, tra militari e civili. La cifra corrisponde all'1,07% degli abitanti censiti nel 1939.
Certe nazioni furono meno fortunate: Germania oltre il 9%, Polonia oltre il 16%, Unione Sovietica oltre il 28%. Invece ad altre andò meglio: Regno Unito 0,76%, Stati Uniti 0.31%, Spagna 0.01%.
Il solito commento da ripetere di fronte a tabelle del genere è “un morto è una tragedia, centomila morti sono una statistica”. E certamente è così, perché del singolo morto possiamo essere davvero certi, possiamo conoscere la sua storia e magari vederne il volto, e certamente possiamo commuoverci. Mentre una lista di cifre, boh, chissà: quando vediamo un numero si pensa piuttosto a un esercizio di matematica, sempre suscettibile di errori e manipolazioni.
La mente dunque, di fronte alle statistiche, cogita e dubita, e forse anche troppo. Anzi: io dico che se cominciasse a pensare meno, forse potrebbe addirittura imparare a essere più razionale e fidarsi dei dati a disposizione.
Mentre l’atteggiamento ancora prevalente nel 2021, mi sembra, è saltare dalla tabella alla brace.
Buona domenica.