Bunker dolce bunker
Nel 1967, la Repubblica Popolare Socialista d’Albania (guidata da Enver Hoxha) trovò una risposta tutta sua all’ansia di una possibile apocalisse nucleare: bisognava costruire abbastanza rifugi fortificati (“bunkerët”) per mettere in salvo l’intera popolazione.
E il bello è che Enver fu di parola. Alla sua morte, nel 1985, ne erano stati costruiti 173.371: niente male per un paese che non arriva a tre milioni di abitanti in tutto. Come sappiamo non furono mai usati - meglio così - ma nemmeno mai smantellati; alcuni poi hanno provato a riqualificarli in vario modo come bar, pizzerie, negozi. Alcuni ne hanno ripreso lo scopo originale di rifugio, adattandolo agli animali o ai senzatetto. Ma la funzione principale oggi è quella di attrazione turistica: i bunker dominano il paesaggio, quelli piccoli sono sparsi praticamente ovunque, e quelli grandi si possono visitare come un museo. Quello che ho visto io infatti era immenso, e mi ricordo di averci camminato per delle ore; e certamente c’era qualcosa di sinistro nel visitare questi luoghi, anche se non così sinistro come nel turismo macabro di Auschwitz o Chernobyl. Qui non si è avuta l’apocalisse, ma la paura dell’apocalisse: se sono il souvenir di qualcosa, i bunker albanesi, sono dunque i souvenir di quella grande paura. E di conseguenza alimentano il sollievo postumo dello scampato pericolo in noi visitatori che pensiamo: ecco, vedi come l’esistenza di un intero popolo può essere dominata dall’ossessione per la protezione, nell’attesa di una tragedia finale da cui l’unico modo per restare vivi sarebbe nascondersi in un buco di cemento. Chissà se avrebbero fatto bene a rilassarsi un po’ di più, o se invece la prudenza non è mai troppa e bene ha fatto Enver ha utilizzare così la maggior parte delle risorse del suo Paese. Chissà.
Nel 2018 ho scritto un epub che si occupava di tanti argomenti diversi, un po’ come Italians Don’t Drink Coffee, ma tutto in un unico blocco di 114 pagine. Beh uno di quei tanti argomenti era appunto la “bunkerizzazione” dell’Albania, e l’ho riletto oggi, dal mio odierno bunker sul mare con aria condizionata e pesce fresco. L’epub intero si trova qui su Google Drive.
Buona domenica.