Dalla levatrice alla lavatrice
Nella storia psicologica degli italiani – che forse non è stata mai scritta, o almeno, io non l’ho trovata – quella della lavatrice dovrebbe occupare un posto fondamentale.
Conoscete l’archivio storico del Corriere della Sera, no? È una specie di macchinina del tempo. Il 13 maggio 1990 raccontava L’addio di Monza al pioniere della lavatrice italiana. Si trattava di tale Nino (Niso) Fumagalli, di 71 anni, il fondatore della Candy. Io manco sapevo che la Candy fosse italiana, per dirvi il mio livello di conoscenza dell’argomento. Ed è ovvio che non lo sapessi, perché sono nato con la lavatrice in casa, dunque è sempre esistita.
Anche i giornali però non mostrano di avere una nozione molto precisa sull’argomento: qui ad esempio un articolo sul Sole 24 Ore del 1995 in cui si riporta la morte di Peppino Fumagalli, anche lui fondatore della Candy. Ma no. Alla fine scopro che invece l’inventore di tutto quanto era suo padre, Eden Fumagalli, e su di lui qualche informazione forse credibile si trova. Insomma era nato nel 1891 a Cambiago, sempre da quelle parti, e nel 1911 aveva partecipato alla guerra di Libia (come credo molti della sua generazione, mio nonno incluso). La guerra di Libia a proposito è una delle pagine più vergognose della Storia italiana, ma di questo parliamo un’altra volta. Per Fumagalli è un modo per mettere alla prova le sue capacità nella meccanica, e infatti negli anni successivi fonda la sua prima azienda: Officine Meccaniche Eden Fumagalli (1927).
E nel 1932 crea la EFM 504, una macchina che lava e asciuga la biancheria. Ma è solo per uso industriale, e non è un grande successo comunque: sia perché costa molto, sia perché non è facile accettare che questo tipo di lavoro venga svolto da una macchina. C’erano già le “massaie”, no? Comunque l’azienda cresce, e nel 1940 è arrivata ad avere un centinaio di dipendenti.
Poi ecco la Seconda Guerra Mondiale, durante la quale un altro figlio di Fumagalli, Enzo (1919-1967), è stato prigioniero negli Stati Uniti (?) e lì ha notato che le lavabiancheria elettriche sono già diffuse nelle famiglie. Eureka: al ritorno in Italia ne parla con papà e tac, insieme a Niso (eccolo dunque) iniziano a sviluppare i prototipi della lavabiancheria semiautomatica per uso domestico. La Modello 50 viene infatti presentata alla Fiera di Milano nel 1946, e viene subito rinominata “Candy” 50 per via di questa canzoncina. E già che c’era, lancia anche una lavastoviglie.
All’inizio ne fanno tipo una trentina al mese. La svolta arriva nel 1957 con la Candy Bi-Matic, il primo modello italiano con la centrifuga incorporata, e nel 1958 con la Automatic, che introduce le sospensioni antimovimento, il termostato per controllare la temperatura, e i programmi di lavaggio. Insomma più o meno la lavatrice come la conosciamo. Nel 1955 l’1% delle famiglie italiane ne possedeva una; nel 1965 saranno il 25% (per il frigorifero, si passa negli stessi anni dal 3% al 55%).
Il 1958 è lo stesso di Volare, come avrete notato.
Buona domenica.
E buon Ferragosto.