Diversamente ricchi
Per esempio, una cosa bellissima da leggere sono i sondaggi politici. Non tanto per la parte generalista sulle intenzioni di voto, la popolarità dei leader o il consenso a qualche provvedimento; quanto per quella che approfondisce il profilo degli elettorati.
Così possiamo vedere chi vota Lega, per esempio (e io me lo chiedo spesso). Interessante l’età: piuttosto omogenea, ma la fascia prevalente è da 25 a 54. Condizioni economiche: il leghista medio è decisamente chi le percepisce come sufficienti (quella che una volta chiamavamo la piccola borghesia). E l’orientamento politico del leghista medio si definisce “di centro destra” più che “di destra”.
Veniamo al PD. Il genere vede leggermente prevalere le donne (un po’ paradossale, ma è così). Molto marcata la distinzione per età: a votare PD sono per la maggior parte gli anziani (over 65), e un po’ di giovani (18-24), molto meno gli altri. Ma la distinzione più netta è quella per condizioni economiche, dove prevale largamente chi le percepisce come ottime. L’orientamento politico, come prevedibile, si definisce “di centro sinistra”.
Movimento 5 Stelle. Marcata prevalenza femminile, e giovanile (fino ai 34 anni). E molto molto netta la distinzione economica: infatti a votare il M5S è quasi soltanto chi le percepisce come critiche. Sorprendente in questo caso osservare l’orientamento per collocazione politica, perché si tratta dell’unico partito in cui prevalgono i “centristi”.
Fratelli d’Italia. Genere: prevalenza femminile come per i 5S. Età: pochissimi giovani e pochi anziani, prevalgono quelli in mezzo. Condizioni economiche: quasi nessun elettore di Fratelli d’Italia le considera “ottime”, per il resto si dividono equamente tra “buone”, “sufficienti” e “critiche”. Tutto molto medio tranne ovviamente la collocazione politica, che è molto molto “di destra”.
Ultima tra quelli analizzati, Forza Italia. Leggerissima prevalenza di donne (e anche qui come per il PD ci sarebbe da interrogarsi). La principale fascia di età è fra 35 e 64, con una curiosa voragine fra i mediogiovani (praticamente nessuno fra i 25 e i 34 anni). Situazione economica: prevale chi la considera “ottima”, ma al secondo posto ci sono quelli in condizioni “critiche”.
Se ci stacchiamo per un attimo dai nostri ego e proviamo a osservarci da lontano, questi numeri dimostrano soprattutto una cosa: che ognuno di noi pensa “con la propria testa” e vota (se vota) secondo “le proprie idee”, ma spesso a determinare queste nostre idee - sorpresa sorpresa - è il nostro portafoglio, è l’anagrafe, è l’appartenenza sociale. Cioè se siamo messi molto bene, probabilmente ci troveremo in zona PD o Forza Italia (e quasi certamente non FdI né Lega); se siamo messi molto male, altrettanto probabilmente simpatizzeremo per il M5S. Prevedibilissimi. Ma non che ci sia qualcosa di cui vergognarsi, anzi. Sarebbe fantastico se ogni tanto qualcuno dicesse “sono alla canna del gas, quindi…” oppure “sono una partita iva, dunque…” o “sono una pensionata, perciò…”: e invece niente, abbiamo sempre bisogno di costruirci immensi castelli di parole e rassicurazioni per fare finta che la nostra opinione dipenda da una superiore intelligenza, dagli studi, dall’essere bene informati.
Dobbiamo proprio chiederci chi ha “ragione”? Chi ha “torto”? Falsissimo problema, di fronte alla banalità del reale che pone domande assai più brusche (siamo uomini o donne? Ricchi o poveri? Vecchi o giovani?) La ragione e il torto sono in fondo dei feticci identitari, cioè, sono il nome che diamo a ciò che giustifica ogni nostro posizionamento. Una volta si chiamava ideologia.
Osserviamo anche come questa - che una volta si chiamava ideologia - stia cambiando. Il panorama non è certo quello di 10 anni fa, e tantomeno quello del Novecento. Alcuni vecchi stereotipi non hanno più molto senso, mentre se ne stanno affermando di nuovi: che il PD sia diventato il “partito delle élite” è infatti una espressione rozza ma sostanzialmente vera, se intendiamo come “élite” i più ricchi e come “popolo” i più poveri. Thomas Piketty, l’economista francese che presenta le sue teorie come “il marxismo del XXI secolo” (nel senso che si interessa alla riduzione delle diseguaglianze) ha analizzato i flussi elettorali dell’ultimo secolo in tutto il mondo, evidenziando proprio questo continuo scivolamento del blocco ex-popolare-operaio verso quella che definisce la sinistra braminica (in Italia: il PD) distinta da una destra mercantile (in Italia: Forza Italia). La sinistra braminica è composta dai ricchi scolarizzati e dagli intellettuali, la destra mercantile è composta dai ricchi ignoranti (senza offesa eh, come si dice, ho molti amici ignoranti).
Il “popolo”, ad ogni modo, è altrove: e continua sempre più a spostarsi verso quelli che per comodità chiamiamo appunto i “populisti”. Come si spiega dunque se un quarantenne spiantato vota PD? O se una coppia di pensionati si affida al M5S? O se un dipendente pubblico vota Lega? Stanno sbagliando qualcosa? Ma no, semplicemente non sono in sintonia con il panorama attuale. Lo stesso Piketty ha coniato infatti una espressione perfetta per questo fenomeno: dissonanza ideologica.
Buona domenica.