Effetto Modugno
Mia madre ha passato degli anni a scrivere su un pc la storia della nostra famiglia. Adesso io l’ho tradotta in inglese per farla leggere ai parenti di oltremanica, e l’ho pure trasformata in un audiolibro grazie a questo aggeggio fantastico. Ovvio che si parli un po’ di Seconda Guerra Mondiale, anche perché la narratrice è nata nel 1940, ma le curiosità non finiscono dopo avere sentito il racconto. Anzi. Sono quanto mai alla ricerca di qualche altra storia privata, psicologica, domestica, degli italiani nel Novecento (quindi se ne conoscete qualcuna, vi prego contattatemi). Avete per esempio fatto caso che, anche se la guerra era già finita da 13 anni, sembra che abbiamo davvero voltato pagina solo nel 1958; è quello l’anno a cui si fa risalire l’inizio del boom economico, ed era sempre quello l’anno in cui il giovane cantautore spalancava le braccia sul palco del Casinò di Sanremo, cantando Nel blu dipinto di blu. Certo era da tempo che gli aiuti economici erano stati messi in circolo, ed era da tempo che l’economia era pronta per esplodere dopo la lunga depressione.
Ma evidentemente arriva un istante in cui è il singolo individuo a sentire che le cose davvero sono cambiate, e deve essere come un clic, succede tutto in un attimo e forse è qualcosa di spiegabile con la magia più che con la razionalità: senti il ritornello di una canzone e clic, da quel momento per te cambia tutto (anche se era già cambiato magari a prescindere). L’effetto Modugno è quello che ti fa accorgere di un cambiamento fino ad allora non percepito. Senza l’effetto Modugno, il lavoro dei pubblicitari è praticamente impossibile visto che si basa sull’ottimismo e l’ottimismo è appunto la prima vittima di guerre pandemie e carestie. Così ultimamente sto andando in giro – si fa per dire – fra tv, radio e social alla ricerca di quel pezzo giusto che farà scattare il prossimo effetto Modugno; e speriamo di non dover aspettare fino al 2034.