Ore 06:45 sveglia – Ore 06:50 saluto al sole – Ore 07:00 doccia – etc etc – Ore 18:00 telefona agenzia immobiliare – Ore 18:15 impostare pagamento ricorrente Hera – Ore 18:30 mercato Vag – Ore 19:00 cercare caricatore su amazon per mamma – etc etc – Ore 22:00 telefonata Fra – Ore 22:30 prendere misure per la tenda giapponese da comunicare a Giacomo – Ore 22:45 letture – Ore 23:59 vai a letto.
Qualche anno fa andava più o meno così, quando come tutti (giusto?) usavo Todoist o qualche altra app di quelle che ti aiutano a organizzare la vita. O meglio dovrebbero aiutarti, perché – come ho finalmente capito a un certo punto – a me non aiutavano affatto. Apparentemente è tutto chiaro, se siete persone razionali: devi fare una cosa, la fai, la spunti e passi alla successiva.
Tralasciando per un momento QUANTO SIA DISUMANO concepire la propria esistenza in questa forma, il mio personale problema è che fare una lista così precisa di cose da fare è il migliore modo per non farle. Posso provare a impormelo, certo, e riuscirci per un po’ magari, fino a quando il primo imprevisto di Murphy non mi obbligherà a procrastinare qualcosa.
A quel punto hai già perso. A meno che tu non abbia il tempo e la voglia di riprogrammare i giorni successivi in modo da incastrarci dentro l’incombenza avanzata, questa comincerà a penzolare in vario modo in giro, o verrà collocata in qualche momento in cui comunque non riuscirai ad occupartene. Così come le altre che si aggiungeranno a decine, anche senza colpa magari, ma alimentando un perenne senso di colpa nel guardare alla vergognosa vertigine delle cose non fatte e procrastinate fino a dimenticarsene. Anzi, dopo un po’ nemmeno ci guardi più perché ne hai paura, ti fa stare male solo pensarci e allora non ci pensi e vai avanti alla giornata. Alcune volte con esiti tragici, tipo che quella multa che volevi pagare in anticipo per stare tranquillo è rimasta nella ghiacciaia e nel frattempo è scaduta mentre tu ti affannavi a completare le incombenze attuali.
Certo i modi per essere più efficienti sono diversi. C’è gente che ha creato un gruppo di whatsapp di cui è l’unico membro, e si manda i messaggi da solo per promemoria. E io faccio più o meno lo stesso ma con Slack, che è pensata per migliorare il lavoro in team, e rispetto a whatsapp dà ovviamente molta più possibilità di controllo. Ma per quanto bene possiamo organizzarci, se ci mettiamo a lottare contro il tempo vincerà sempre lui.
D’altra parte: la vita adulta è fatta anche di incombenze, e più cresciamo più crescono le incombenze, infatti INCOMBENZE è diventata ormai per me una specie di parola chiave. Importantissima, quasi magica, e niente affatto negativa: perché usando questa parola le separiamo da tutto il resto – cioè dalla Vita quella Bella, quella con la maiuscola e il punto esclamativo, in cui gli italiani vengono ritenuti maestri – e accettiamo che ci siano, ma evitando di confonderci con esse. Anzi potremmo tranquillamente abolire tutte le app efficientistiche e tornare all’essenziale, il calendario vecchio stile, magari di carta, dove segnare solo le scadenze vere e proprie (che non sono mica così tante dai).
Così da un po’ di tempo, invece di correre come un disperato per fare questo e quello nei vari momenti del giorno, mi sono fissato l’orario delle incombenze. Tipo ufficio. E ho scoperto una cosa fantastica: che quando smetti di identificare la tua esistenza con esse, perfino le incombenze possono essere divertenti. Quindi dalle 7 alle 8 non mi disturbate: sto incombendo.
Buona domenica.
Bellissima Amico Max!!! 🙂