Taliban chic - Perché ci piace odiare la democrazia
Ho passato il lockdown di primavera in una casa ai piedi della montagna, all’inizio l’erba in giardino era alta mezzo metro. Quindi c’era da tagliarla, ma poi c’era soprattutto da smaltirla e quindi continuavo a fare avanti e indietro verso la discarica apposita. Una di queste volte vedo un bel vecchietto che sta smaltendo anche lui, e mi indica un piccolo mucchio di rifiuti di plastica: “Eh, vede quella roba lì? Chissà chi l’ha lasciata. Come si fa a essere così incivili??”.
Ovviamente sono d’accordo con lui, non si fa. Ma il vecchietto proprio non l’accetta, sta preso male, e parte con una tirata sul fatto che bisognerebbe smetterla con tutto questo permissivismo.
“Impiccarli. Bisognerebbe impiccarli. Così uno ci pensa due volte prima di deturpare i posti. Me l’ha insegnato mio zio, lui era un colonnello dell’esercito negli anni Trenta e non ha mai perso il senso della dignità”.
Va beh, lui non avrà perso la dignità però noi negli anni Trenta noi italiani avevamo perso la libertà anche grazie all’esercito e ai suoi ufficiali che obbedivano a un uomo solo. E bravo il vecchietto che non getta la plastica nella discarica; una persona onesta, corretta, ligia al dovere e al rispetto delle leggi e delle tradizioni. Vorremo mica metterci a discutere. Del resto, ho scoperto che l’etica del “la prossima volta ci pensano due volte” è sempre popolare. In agosto ero in Sardegna, aspettavo un autobus e alla fermata c’era una signora del luogo che inizia a parlare degli incendi.
“Ma guardi che schifo sta succedendo... io non ce la faccio a vedere la nostra isola devastata da questi criminali assassini”.
Ovviamente sono d’accordo, non si fa. Ma pure lei, come il vecchietto marchigiano, ha pronta la sua personale soluzione: “Quando se ne becca uno, bisognerebbe tagliargli la mano con cui ha acceso il fuoco. Così poi ci pensano due volte, questi qua”.
Stavolta provo a obiettare: “Già... però... speriamo solo che magari non becchino un innocente. Metti che uno si trovava lì per provare a spegn...”.
Ma la donna non è in vena di esitazioni: “Seeeeeh, ecco dove ci porta il garantismo! Allora dovremmo lasciarli fare, vero? Fino a quando non avranno bruciato tutto, poi saremo contenti, eh!”.
Ogni volta è una sorpresa, devo ammetterlo. I talebani mi fregano sempre, nel senso, non penso mai che possano esistere davvero: sono abituato a vivere nell’immotivata certezza che siano individui astratti, che si incontrano solo sui giornali, sui social, al limite in tv. E invece a pensarci, è il contrario: ci sono molti più talebani in carne e ossa che nei media, proprio qui tra noi, come del resto ci sono infiniti motivi (più o meno nobili) per cui un individuo in carne e ossa può stufarsi della democrazia: le sue ipocrisie, la sua burocrazia, la sua debolezza, e ancora il liberalismo, il garantismo, il consumismo, il capitalismo, il rispetto delle minoranze.
Io poi mi spingerei perfino a dire che è sempre stato così (con le dovute eccezioni). Per cui a un certo punto mi chiedo: ohibò, ma alla fine non è che odio la democrazia pure io? Che va beh, certo non mozzerei la mano ai piromani, non impiccherei chi inquina le discariche, e nemmeno vorrei l’ergastolo per i corrotti.
Eppure no. Neanche io amo davvero la democrazia e infatti vado da anni in cerca di soluzioni alternative; anche fisicamente intendo, faccio da cavia, esploro i posti dove si praticano i cerchi, il metodo del consenso, la comunicazione nonviolenta, e un po’ tutto quanto va sotto il provvisorio nome di “sociocrazia”. Cerco di capire quanto possano funzionare, e in che tipo di situazioni. Sono comunque strutture in cui bisogna partecipare molto, parlare, discutere, avere pazienza: dunque per chi è annoiato dalla vecchia democrazia per la sua lentezza decisionale o gli eccessivi contrappesi, eh, non andrebbe proprio. Diciamo che i talebani hanno scelto l’altra direzione: tornare all’antico, alle leggi del taglione, al Bene contro il Male, alla redistribuzione forzata della ricchezza, insomma roba semplice, intuitiva, archetipica. Regime vecchio fa buon brodo.
Buona domenica