Una tipica domenica senza caffè
Per cominciare: davvero esiste una tipica domenica senza caffè? Beh, dipende da cosa intendiamo per tipica. Qui per esempio siamo in Italia, siamo chiusi in casa, e in questa casa non beviamo il caffè. Io sono Massimo. Ciao.
C’è chi passa le domeniche in lockdown con i videogiochi, beato lui, come il signore di quello spot tedesco. Io purtroppo sono uno che ama UN solo videogioco, e si chiama Geoguessr. Funziona così: quando lo apri ti trovi in un posto a caso sulla street view di Google, potrebbe essere la Corea del Sud, o l’Uruguay, o la Puglia. E tu devi capire dove sei, e più ci vai vicino (in teoria potresti azzeccare anche la posizione esatta al metro) e più ti avvicini a fare 5000 punti.
Questa è l’idea di base.
Tutto il resto è regolabile, puoi limitarti a un continente, a una nazione, a una città, puoi scegliere di avere libertà di movimento nello spazio (o in alternativa restare bloccato nella posizione iniziale), puoi darti un limite di tempo, sfidare altri giocatori online eccetera eccetera eccetera eccetera.
Gli utenti stessi hanno la possibilità di creare e condividere nuove “mappe” scegliendo quali posti o quali tipi di posti il viaggiatore/giocatore dovrà indovinare: così c’è una mappa sulle Famous Places per esempio, c’è An Urban World (solo città e no campagne), ci sono Places For Movies, European Stadiums, ma queste e altre non le ho nemmeno ancora viste perché al momento sono fissato su una sola variante del gioco: il country streak. Qui non ti viene chiesta la posizione esatta ma solo il Paese, e il gioco sta nell’azzeccarne il maggior numero di fila senza sbagliarsi. Io sono arrivato a 12 (e lo so, potrei fare di meglio, se non ci fossero quelli sudamericani che mi fregano sempre).
Geoguessr sarebbe peraltro gratis, ma con molte limitazioni. Oppure costa 3 dollari al mese (cioè 3 caffè, per chi ne beve), spesa che dal mio punto di vista vale abbondantemente la pena. Sapete com’è, da 18 mesi non faccio un viaggio propriamente detto, e ho accumulato una considerevole frustrazione geografica: insomma, mi serve una valvola di sfogo. E per l’appunto, l’idea di trovarmi in un posto a caso nel mondo, e potermici muovere intorno, è una valvola di sfogo.
Un diversivo, direi, commovente, peccato non abbastanza da illudersi di essere davvero altrove (infatti ho scritto “l’idea”).
Buona domenica.